#I-days: Giorno 2 - Radiohead
- Scritto da Juri Signorini
- Pubblicato in musica
Oggi l'arduo compito di intrattenere e riscaldare il pubblico monzese è affidato alla delicata voce di Angelica Schiatti dei Santa Margaret, seguita dal pop degli Ex-Otago. Dall'Italia si passa oltremanica con il soul di Michael Kiwanuka, per poi virare verso le atmosfere elettroniche di James Blake.
Il live dei Radiohead parte soft con tre brani tratti dall'ultimo disco della band di Oxford A Moon Shaped Pool, per poi alzare i toni con Airbag, tratto dal fortunato Ok Computer, disco fondamentale della musica anni '90, ultimo in chiave pop-rock melodica prima della radicale svolta a sperimentazioni sonore in chiave elettronica a partire da Kid A del 2000.
La set list ideata per la serata è un estratto di tutta la discografia del gruppo nelle sue evoluzioni e sfaccettature. Ampio spazio è stato dato alla produzione contemporanea, soprattutto a Rainbows, ma senza tralasciare le origini, suonando successi quali Paranoid Android e No Surprises, omaggindo The Bends con Fake Plastic Trees a conclusione dello show e regalando un azzeccatissimo bis con un tris formato da Lotus Flower (Kings of Limb, 2001), la tanto ripudiata in passato Creep (Pablo Honey, 1993) e chiudendo con la mitica Karma Police.
Scaletta del concerto dei Radiohead del 16 giugno 2017 agli I-days
- Daydreaming
- Desert Island Disk
Ful Stop- Airbag
- 15 Step
- Myxomatosis
- The National Anthem
- All I Need
- Pyramid Song
- Everything in Its Right Place
- Reckoner
- Bloom
- Weird Fishes/Arpeggi
- Idioteque
- The Numbers
- Exit Music (for a Film)
- Paranoid Android
- No Surprises
- Nude
- 2 + 2 = 5
- Bodysnatchers
- Fake Plastic Trees
- Lotus Flower
- Creep
- Karma Police
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Juri Signorini
Viaggiatore iperattivo, tenta di sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un pò di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner.
L'opera preferita tuttavia è la Tosca, la quale si narra, ma non vi sono prove certe, lo abbia commosso fino alle lacrime...
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