#Una donna fantastica: la recensione.
- Scritto da Luca Cardone
- Pubblicato in cinema
UNA MUJER FANTASTICA


Diretto da Sebastian Lelio e interpretato da Daniela Vega, arriva in Italia “Una donna fantastica”, film presentato a Berlino durante la sessantasettesima berlinale. Parliamo ancora di cinema queer, transessualità, incubi sociali ed esistenziali. Sarà nelle sale italiane il 19 ottobre.
Marina è una giovane cameriera trans che la sera si guadagna da vivere esibendosi come cantante di un piccolo locale dalla dubbia reputazione. Tuttavia, la sua esistenza si complica dopo la morte improvvisa del suo fidanzato, un uomo più grande di lei. L'evento la costringerà a una serie di ostilità da parte delle autorità e della famiglia del suo amato.
Avremmo voluto parlarne con lo stesso entusiasmo usato per 120 battiti al minuto, ma così non è stato. Il film di Sebastian Lelio scalpita, si irrigidisce, grida nell'incessante desiderio di raccontare il non raccontato, d'offrire il suo punto di vista sul piano sociale ed intimo circa l'esistenza tumultuosa e rocambolesca di una donna con la piaga d'essere nata in un corpo maschile. Ma se Campillo nelle sue storie ci sa sguazzare come in un lago frequentato durante l'infanzia, Lelio si perde in un bicchiere d'acqua, credendolo un oceano.
Se le banalità sparse qui e la lungo tutta la pellicola di Lelio sono già fastidiose alla vista, la violenza è la ghigliottina che cade inesorabile sulla testa dell'intero progetto che già per suo conto non sa fare pace con le numerose spade di Damocle che gravano sul collo. Scene di violenza gratuita, quasi mai giustificata, sempre sopra le righe. Eccessi ingiusti che a tratti vogliono andare a coprire i buchi che Lelio lascia qui e la. Un pigrone che fa rattoppi quindi, che pur di non cercare la l'armonia di una trama già per conto proprio complessa decide di inserire coltelli volanti, ma che viaggiano lenti, sono visibili e si lasciano scansare con troppa facilità. Quello che viene da pensare guardando la pellicola di Lelio è che tutto sia già stato visto e sentito per davvero lasciando per un attimo la sensazione di totale svilimento, uno svuotamento del cinema che si vede derubato della possibilità di rinnovarsi e presentare sempre contenuti originali e combinazioni complesse. Ma no, non può essere per fortuna. Questa volta è solo Sebastian Lelio a non essersi sforzato.
Nota di merito all'attrice transessuale Daniela Vega, unica stella in una galassia si super nane spente, che non provano neanche a mettersi in moto.
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Luca Cardone
Appassionato di letteratura classica, divoratore di testi teatrali e immancabilmente cinefilo nel midollo.
Follemente innamorato dello scrittore austriaco Thomas Bernhard.
Consacra la sua vita accademica alla filosofia, amalgamando gli antichi studi libreschi con la materia del cinema.
Aspirante scrittore con il sogno nel cassetto della regia; non è insolito sentirgli dire: dopo Tarkovskij se proprio c'è qualcuno quello è Dio.